SCHEDE DI
ACLISTI BRESCIANI ILLUSTRI
ANGELO FACCIO
(Calvisano 1928 - Calvisano 17.02.2002)
Fu consigliere provinciale ACLI dal 1966 al 1969
È
recente la dipartita terrena di Angelo Faccio, un amico conosciuto quasi da
tutti a Calvisano e da tanti in altri che hanno avuto la fortuna di conoscerlo
per il suo impegno sociale e politico, profuso in particolare negli anni del
dopoguerra, per la sua presenza nel volontariato e l’amore per la tutela del
patrimonio artistico di cui Calvisano è molto ricca. La sua totale passione ed
impegno nel e con il mondo agricolo, dove era nato, lo portò dopo l’impegno
nelle Acli bresciane, di cui fu uno dei fondatori, a creare, allestire, ampliare
e custodire il Museo della civiltà contadina, per oltre trent’anni. Una delle
prime realtà bresciane, ma forse anche italiane, sorte per rendere omaggio e
per non dimenticare il passato del mondo agricolo, quando il lavoro della terra
richiedeva fatica e sudore all’uomo. Un messaggio da tramandare alle nuove
generazioni. Una ricca e numerosa raccolta, fatta di migliaia di attrezzi per il
lavoro dei campi e dell’insieme degli oggetti e suppellettili in uso, fino
agli anni Cinquanta nella nostra campagna e nelle famiglie contadine, dove quasi
tutti noi, nei paesi della Bassa bresciana vivevamo. Da tanti anni Angelo
Faccio, si dedicava nella totalità al Museo della Civiltà Contadina, non
altrettanto hanno fatto gli organismi pubblici, per valorizzare, rendere più
funzionale e visitabile tale ricchezza, una delle prime sorte, ed ora a volte
dimenticata nell’ambito provinciale o regionale, essendone nel frattempo nate
altre più blasonate. Ebbi a conoscerlo tanti anni fa, io ancora ragazzino oggi
vicino alla sessantina, quando faceva visita a mio padre per spronarlo
all’impegno politico, per arricchire la lista delle elezioni comunali con
persone di provata sensibilità cristiana e di rappresentare tutta la
dislocazione del nostro ampio territorio, ricco allora di affollate cascine. Il
suo era un proselitismo impegnato, sociale e politico, con un modo schietto e
sincero del suo pensare, teso a porre in risalto i bisogni e le necessità dei
lavoratori, delle loro famiglie, dei più deboli. Attento, lui direbbe «ai
poveri». Non era accomodante nel suo dialogare, forse troppo critico, direbbe
qualcuno. Ma la sua era, una critica costruttiva, con argomentazioni serie alla
non condivisione di certe scelte. Nel suo dialogare, o negli interventi che
sempre effettuava nelle riunioni pubbliche, sembrava un po’ scorbutico. Ma nel
suo dire vi era sempre una angolazione civica e sociale del problema, che
aiutava l’attento conversatore. A mio avviso, era per Calvisano la coscienza
critica su tante problematiche sociali ed amministrative, così come mi piace
ricordare lo era la signora Augusta Guarisco Sbroffati, scomparsa tragicamente
nel luglio scorso. Il paese, i suoi gestori pubblici o sociali, senza di loro,
senza le loro osservazioni, richiami, critiche, giuste lamentele, corre il
rischio di inorgoglirsi delle proprie decisioni o delle proprie non scelte.
Tralasciando, dialogo, confronto, comprensione ed apertura verso l’Altro,
atteggiamenti indispensabili per la convivenza in una società civile e
democratica. Per tutto questo, va un ricordo ed un grazie sincero all’amico
Angelo Faccio. Per quanto ha donato a Calvisano in idee, valori, opere. Un
grazie, per averci ancora una volta, nei giorni della sua dipartita terrena, con
la veglia funebre presente la salma ed i funerali, invitato a visitare il suo
Museo nella ex chiesa di S. Michele, affinché la memoria non venga cancellata e
possa aiutarci ad affrontare il futuro senza dimenticare.
MARINO MARINI
Dal “Giornale di
Brescia” del 19.02.2002