«Prima di passare ad una rapida anche se seria
valutazione delle iniziative svolte nella settimana scorsa - afferma Boniotti -
vorrei proporre alcune considerazioni che dovremmo discutere assieme: 1.
Il
tentativo che stiamo conducendo avanti nel nostro Circolo poggia su due cardini: a)
l'impegno
collegiale e la funzionalità diversificata b)
maturazione
di gruppo e diffusione a macchia d'olio che però si innestano in una
profonda tensione di servizio ai lavoratori, alla Chiesa, alla democrazia che è
l'anima che muove ciascuno di noi. Su questa tensione che è lo scopo stesso delle
ACLI
noi dobbiamo misurare continuamente la nostra azione, il nostro modo di agire,
individuale e di gruppo. Proviamo a vedere che cosa vuol dire servizio e
quale ai lavoratori a)
vuol dire essere, sentirsi inseriti non solo di fatto, ma come vocazione
nel mondo del lavoro, sapere condividere i problemi, i disagi, le
preoccupazioni, le lotte che il mondo del lavoro da tanti anni sta conducendo.
Saper condividere la solidarietà che li lega e che non è solo un modo
di difesa, ma un valore fondamentale di carattere morale e sociale
incalcolabile. b)
Sapere ed essere profondamente convinti che il mondo del lavoro non è
costituito solo dagli operai, ma da tutte le categorie che lavorano perché
tutte sono coinvolte. 2.
-
La partecipazione come persone libere e responsabili nella vita civile: sia nel
momento della distribuzione del reddito ma anche in quello dell'esercizio del
potere. Ma anche il servizio alla
Chiesa è molto importante e non possiamo né trascurarlo né dimenticarcene, ne
per opportunità barattarlo con la tranquillità della nostra vita. Anche qui però prima di far
carico agli altri di tradimenti o di distorsioni deve essere preoccupazione
personale di ciascuno verificare la propria posizione, il proprio atteggiamento. Non si tratta per la verità
di essere conformisti o anticonformisti, né si tratta di far crociate
all'interno o all'esterno della Chiesa: si tratta di essere, cioè di non
vegetare o di atteggiarsi, ma di essere attori coscienti, responsabili anche se
può costare. Bisogna che la
credibilità delle nostre parole o la validità delle nostre idee sia sostenuta,
nutrita dalla coerenza dei fatti e da un impegno disinteressato di servire non
di farsi servire. Ciò
vale è vero in generale, ma vale anche qui
nella nostra Chiesa locale. Non è disinteressandoci o dicendo che
si corrono rischi o che altri può essere di parere contrario che si serve il
nostro essere membri attivi del popolo di Dio nella condizione operaia. 3.
Sapere
che, se questa situazione può essere anche accettata personalmente, ci si deve
impegnare, pagando di persona per modificarla. - non serve
a nessuno l'egoista che pensa solo a sé in fabbrica e fuori, che per
convenienza vien meno alle sue convinzioni, o rompendo la solidarietà nel
momento della prova o cercando di fare l'arrampicatore aziendale o sociale senza
curarsi degli altri, o peggio strumentalizzando gli altri. Questo non
vuol dire che essere succubi del volere di nessuno: né del sindacato, né del
partito, né degli altri: vuol dire solo avere presente nel momento in cui
vengono prese le decisioni e far valere le proprie ragioni, ma vuol dire anche
accettare di sacrificarle agli interessi comuni. 4.
Vuol
dire non sentirsi o essere dei rimorchiati: gli eroi li hanno crati i codardi,
almeno in certa misura. Se tutti dovessimo sentirci impegnati per il bene comune
non ci sarebbe chi deve trascurare tutto ma ci sarebbe una maggior
distribuzione dei sacrifici e dei compiti E ciò in ordine ai due
problemi fondamentali del mondo del lavoro: a)
Le
condizioni di fabbrica: gli uomini sono
persone con grande dignità, quella di figli di Dio: non però alcuni, magari
noi, ma tutti, ciascuno per quanto riguarda il trattamento economico, ma anche
per quanto riguardala loro posizione di responsabilità (in attitudine di
responsabilità, come diceva Papa Giovanni nella Mater et Magistra)
(… manca una pagina) Mi fermo qui.
Mi chiedo: siamo d'accordo su queste considerazioni -
Portiamo, e in che modo,
questo spirito di servizio disinteressato nell'ambito dell'azienda, della
parrocchia, del Circolo? -
In che modo il Circolo può
essere considerato organismo di questo servizio? Valutazioni: 1.
Siamo
soddisfatti del funzionamento delle Commissioni quali sono i difetti. 2.
Iniziative
sulla scuola e azione conseguente 3.
Il
pulmino e azioni conseguenti 4.
Festa
del Tesseramento 5.
Relazione
dei gruppi 6.
Informazione
al Villaggio»
|